Bulimiche

Dr. Giacomo Pietrucci

Buongiorno Dott. Pietrucci, vorrei saperne di più sulla bulimia nervosa, che cosa è e come si caratterizza sia nei suoi aspetti psicologici che in quelli comportamentali.

Grazie per la domanda ,cercherò di parlare di bulimiche piuttosto che di Bulimia in senso lato ,anche perché in letteratura questo termine ha un significato che non coincide esattamente con l’attuale pratica clinica della Terapia Breve Strategica.
Con il termine Bulimia infatti, diversamente da quanto riportato in letteratura , intendo riferirmi solo a quelle persone che divorano compulsivamente grandi quantità di cibo, senza che vi siano condotte di eliminazione. In quest’ultimo caso preferisco parlare di sindrome da vomito, o Vomiting, che costituisce un disturbo a parte che va curato in altro modo anche da un punto di vista del trattamento terapeutico.

Le bulimiche hanno solitamente una grande fragilità emotiva e sono usualmente persone che hanno una grande difficoltà a dominare le proprie reazioni; esse infatti hanno una “sfrenata” tendenza ad abbuffarsi, connotata da un piacere incontrollabile nel mangiare e da una conseguente paura di perdere il controllo.

La loro tentata soluzione in relazione a questa paura non è l’astinenza, bensì il tentativo di controllare il proprio desiderio di consumare, col risultato che quanto più si sforzano di non mangiare e di limitarsi, tanto più cadono nel paradosso di incrementare il desiderio di abbuffarsi.
All’inizio, la compulsione irrefrenabile a divorare che caratterizza la bulimia si regge sul semplice fatto che mangiare è di per se molto piacevole. Gradatamente però, queste persone scoprono che il cibo può rappresentare un rifugio all’interno del quale nascondersi per non affrontare altre difficoltà vissute come insormontabili. Da questo punto di vista il grasso diventa per le bulimiche qualcosa di veramente protettivo, soprattutto nell’ambito delle relazioni interpersonali. Spesso le bulimiche possono essere metaforicamente raffigurate come degli splendidi “carciofi” : al pari del carciofo, che protegge il cuore tenero e buono mediante le scorze, queste persone utilizzano il grasso come guscio, interponendolo fra sé e gli altri fra sé e la propria intemperanza.
Nella sperimentazione con metodologia ricerca- intervento della Terapia Breve Strategica si sono individuate due principali tipologie di bulimiche, che possono essere definite ironicamente “Boteriane “e “Jo Jo”.
Le Boteriane vengono così definite perché sembrano uscite da un quadro di Botero e generalmente pesano dagli 80/90 chili in su. Sono persone tranquille, serafiche ,frequentemente sposate e con una situazione di vita piuttosto serena.
Si tratta di persone totalmente incapaci di mettersi a dieta. Il più delle volte le boteriane sono dei “carciofi” consapevoli di esserlo, nel senso che sono comunque coscienti che il rapporto col cibo rappresenta per loro una protezione, e del fatto che ,oltre che con il cibo, vorrebbero lasciarsi andare in modo sfrenato anche in altre sfere. Si tratta quindi di persone che usano il cibo e il grasso come protezione relazionale cioè come un qualcosa che le difende dalla paura di perdere il controllo delle proprie reazioni.
Più raramente le “boteriane” sono invece inconsapevoli di questo loro aspetto del loro disturbo e vivono il cibo come una sorta di demone che si è impossessato di loro. Si tratta di quelle persone che non sono in grado di collegare la propria compulsione alimentare con l’essere fondamentalmente incapaci (o meglio percepirsi tali) di dominarsi in altre dimensioni. Spesso tale rigidità è associata a una forte moralità, che le fa sentire colpevoli della propria sfrenatezza e pertanto tendono a negarsi. Queste persone quindi presentano oltre a problemi col cibo, difficoltà nei rapporti con l’altro sesso.
Infine, le “Jo Jo” rappresentano la casistica più frequente che tuttavia spesso non ricerca il nostro aiuto poiché inizialmente si rivolge a medici e dietologi. Si tratta di quelle bulimiche che riescono a stare a dieta per un po’ di tempo ma poi perdono il controllo ,oscillando continuamente tra il peso forma e cinque o sei chili di troppo. Perennemente in lotta con le diete alternano controllo a perdita di controllo e dunque a livello terapeutico si è dimostrato utile intervenire proprio su questa loro tentata soluzione del controllo del cibo e il corrispettivo tentato controllo della propria sfrenatezza.

Le jo jo sono le più resistenti in terapia, poiché prima di venire dallo psicoterapeuta hanno provato altre soluzioni e se non vedono efficacia in breve tempo si scoraggiano e abbandonano precocemente la terapia.
Nel mio prossimo articolo spiegherò alcune delle logiche del trattamento terapeutico secondo la Terapia Breve Strategica .

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